martedì 14 febbraio 2012

Come stanno le cose?

L'italiano è una cosa complicatissima
e ci sono quelli che lo conoscono anche.
Io mi ci perdo nell'italiano.
Perfetti imperfetti,
maschili femminili,
singolari plurali,
cose che se già non ci metti la virgola in mezzo ti salta il cervello
perché diventa conflitto:
perfetti che sono imperfetti,
maschili che sono femminili,
singolari che sono plurali.
No, senza virgola è un casino:
perfetti, imperfetti,
maschili, femminili,
singolari, plurali.
Per esempio prendi gli zoccoli,
uno zoccolo è singolare di calzatura con suola di legno,
però anche un paio di zoccoli è singolare anche se sono due zoccoli.
Come sarebbe corretto dire?
“Io sono uno zoccolo” oppure “io sono due zoccoli”?
Io uno sono,
ma cosa sono?
Sono uno o sono due?
A me suona bene “io sono uno zoccolo”.
Già,
ora che ci penso dipende dal soggetto,
nel caso degli zoccoli il soggetto è “un paio”,
nel caso mio il soggetto sono “io”:
io sono uno zoccolo.
Maschili e femminili?
Beh,
lui è uno zoccolo
lei è una zoccola.
Ah però!
Comincia a piacermi l'italiano.
Dimenticavo perfetti imperfetti
ma quello lo siamo tutti.
Ma cosa voglio dire con questo discorso?
Boh?
Vedi,
io la notte mi sogno Dio,
ogni notte me lo sogno in modo diverso,
questa notte per esempio
c'era questo Dio enorme enorme,
più grande di Polifemo,
se ne stava seduto sul canyon,
aveva i capelli lunghissimi
e belli
e grigi,
si pettinava
mentre sulle, nelle rapide del fiume
barconi pieni di uomini venivano sballottati da tutte le parti,
ogni tanto Dio ripuliva il suo pettine ,
prendeva un capello
e come una specie di gioco con i topi
lo calava giù e caso salvava qualche uomo.
Stringi stringi Dio è un singolare maschile,
l'amore anche,
è sempre tipo zoccolo,
tipo il discorso dico:
zoccolo singolare maschile di due zoccoli.
In due però c'è di solito un lui ed una lei.
Beh,
lei è sola,
molto sola
questo va detto,
va detto anche che è abbastanza zoccola
e questo un po' la salva
ma solo un po'.
Il fatto è che le vie di mezzo
a lungo andare non soddisfano mai del tutto.
L'altra invece c'ha il cane
e le ricette in cucina,
è sola anche lei
ma lei messa ancora peggio
perché lei non è manco zoccola,
manco alla via di mezzo è arrivata,
c'ha il cane e le ricette in cucina.
L'altra ancora è quella più felice,
l'altra ancora è solo zoccola.
A tutte e tre però manca una cosa:
l'amore.
Ma l'amore va dove vuole o dove chi veramente lo vuole?
Che poi sai cos'è?
È che succede che il tempo passa
e il cane muore
e le ricette di cucina stufano se devi cucinare sempre e solo per te,
e ti rimangono solo
un paio che ci stanno
ma ormai con tette e peni a dindalò
qualche parente con la bombola d'ossigeno appresso
e i gatti che ti pisciano sul divano
e tu che a loro ci fai le carezze.
Neruda?
La Merini?
Coelho?
Sì vabbeh.
Moravia,
quello sì che ci ha almeno provato,
Hemingway anche ma senza riuscirci
e s'è spappolato il cervello.
È che noi a un certo punto ci dimentichiamo di una cosa,
ci dimentichiamo che anche quando il sole non è più sfolgorante
nel colmo orizzonte,
anche in quei momenti noi potremmo gettare se non tanto almeno un'ombra fiorita
se solo veramente sapessimo dire
“Oh! Amore mi hai rotto! Vieni da me!”
Senza amore diventiamo solo delle ingiallite foglie
che in balia del vento tormentosamente danzano e danzano
fino a toccare terra
fino a morire soli.
Però,
se non ricordo male,
Ulisse riusci a fregarlo quello enorme enorme di nome Polifemo,
Ulisse doveva tornare a casa dalla sua Penelope e nulla poteva fermarlo.
Così stanno le cose.

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